Sessualità e corpo nel Tantra

Sessualità e corpo nel Tantra

Il corso si svilupperà attraverso quattro incontri tematici teorico-pratici.
Sarà possibile partecipare al corso completo, o ai singoli incontri.
In presenza - numero limitato - e online su Zoom, con registrazioni disponibili.

 

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Programma degli incontri
1. Il Tantra

Domenica 21 gennaio, ore 15.30 - 19.30 
Gli insegnamenti tantrici sono un tentativo di porre kama, il desiderio inteso in ogni suo significato, al servizio della liberazione interiore e spirituale (vedi approfondimenti).
Temi trattati
- Introduzione generale alla storia, finalità e percorsi operativi del tantra
- La sessualità: procreazione, piacere, potere della magia sessuale o una possibile via yogica, tantrica e spirituale?
- Sessualità e energia sessuale tra oriente ed occidente: relazioni con l’aspetto psicosomatico e spirituale. 
- L’alchimia sessuale nel tantra e nel taoismo.
- Vie operative classiche del Tantra: Dakshina Marga e Vama Marga, la via della Mano destra e la via della Mano sinistra. Confronto con altre tradizioni esoteriche e iniziatiche: via Secca e Umida, via Apollinea e Dionisiaca, Ars breve e longa.
- Predisposizioni individuali e compatibilità nelle diverse Vie.
- Parte pratica
- M
editazioni e visualizzazioni dalla tradizione tantrica


2. Corpo yogico: chakra, corpi sottili, energia della kundalini

Domenica 28 gennaio, ore 15.30 - 19.30
Derivano dalle tradizioni tantriche le conoscenze sull’anatomia sottile dell’essere, altri "corpi", piani energetici che modulano  esistenza e i piani coscienza integrati  e causali al piano fisico.
La corretta comprensione di queste componenti energetiche fa luce sulla relazione tra corpo-mente, sui processi meditativi e sulle condizioni di una autentica salute olistica.
Solo nel tantrismo vi è lo studio accurato ed esperienziale di quella forza cosmica potenziale e latente, la kundalini, raffigurata simbolicamente come un serpente  arrotolato che giace alla base della colonna vertebrale.
Temi trattati
- Struttura energetica e anatomia sottile dell’essere umano: chakra, nadi e kosha.
- Significati  simbolici e operativi della kundalini secondo  il tantra e altre tradizioni
Parte pratica
- Introduzione alle tecniche del Kriya yoga. Localizzazione dei chakra, movimento del prana. Il Kriya yoga rappresenta una delle vie operative tantriche per il risveglio dei chakra e della kundalini.
- Movimento dell’energia sessuale attraverso i chakra: analisi  e comprensione del ruolo di swadhisthana chakra, relazioni con gli altri chakra. 

La kundalini è quiescente nella maggior parte delle persone, ma può essere risvegliata per fini di trasformazione interiore ed evoluzione spirituale.
La kundalini, manifestazione latente nel corpo umano della forza della Shakti creatrice, ricerca la sua polarità maschile contrapposta, il suo sposo Shiva, questo congiungimento, opera delle vie operative tantriche, è l’espressione nel microcosmo umano della androginia cosmica: la riconquista della pienezza che procede ogni creazione, la congiunzione degli opposti rappresenta il superamento del mondo fenomenico, l’abolizione di ogni esperienza di dualità.
Sesso e spiritualità sono molto più collegati di quello che possiamo immaginare, non a caso l'energia del “serpente addormentato” è posta nel primo o nel secondo chakra, occultata negli strati più profondi della materia e della consapevolezza addormentata.
Sesso ed energia della kundalini sono molto legati tra loro, potremmo dire che la sessualità è un piccola e parziale manifestazione della potenza della kundalini: per questa ragione gli adepti che cercano di risvegliare questa energia devono vivere o una vita casta o usare la sessualità e il desiderio come uno dei tanti detonatori che servono a dissipare gli strati che nascondono l'esistenza di questa potente energia. Ma non è solo una questione di cinetica di forze, il risveglio di questa energia è basata principalmente su una aspirazione spirituale e qui forse possiamo intuire come sesso, piacere e spirito sono così intrinsecamente collegati. 

 

3. Piacere, prana, rasa e ojas nella sessualità tantrica

Domenica 11 febbraio, ore 15.30 - 19.30
Un aspetto poco noto è che piacere, sessualità e prana hanno tra loro una connessione profonda: il piacere non è una esplosione di prana? Il piacere muove prana, la sessualità attiva prana, ma il piacere e il prana possono abbattere anche barriere e blocchi psicologici, attivare e muovere flussi karmici. 
Il Tantra ci ricorda che nella sessualità prana, ojas ed altro, possono essere dati o ricevuti dal partner: solo una sessualità consapevole può capirne i flussi le modalità operative.
Temi trattati
- Approfondimenti sull’ojas in ayurveda: prana e dhatu
- Lo scambio energetico di prana e ojas tra aure e chakra in una relazione sessuale 
- Parte pratica
- Tecniche dello Hatha yoga: i mudra per l’energia sessuale, vajaroli e sahajoli mudra 
- Meditazioni e visualizzazioni per l’estensione e rafforzamento del campo aurico

Il termine rasa ci indica numerosi aspetti della tradizione orientale che troviamo nello yoga, nell’ayurveda, nell’arte, nell’alchimia tantrica, tutti interrelati tra loro, ma nell’ambito della sessualità, il rasa manifesta l’essenza dei fluidi, dei sapori, delle emozioni e degli stati d’animo del piacere.
L’ojas è il fluido vitale ed energetico che sostiene e manifesta il vigore sessuale, la longevità, la resistenza fisica, spirituale, la felicità di vivere, ed è alla base della concezione della sessualità secondo lo yoga e l’ayurveda. Nella sessualità del Tantra è importante la comprensione delle forze sottili ed invisibili che muovono la materia.
Il nostro corpo non vive autonomamente, ma grazie all’innesto con la parte sottile e spirituale. L‘energia sessuale e quella spirituale, hanno una loro analogia e vicinanza. Più separazione creiamo attraverso la scarsa comprensione, con atteggiamenti censori o inibitori, meno riusciamo a comprendere le intime relazioni tra questi aspetti fondamentali dell’essere umano: materia-corpo, piano vitale e ambito spirituale. Un atteggiamento aperto e inclusivo di questi aspetti è alla base della concezione tantrica.


4. Coppia: polarità, compatibilità, affinità

Domenica 25 febbraio, ore 15.30 - 19.30
Il Tantra ha il suo fondamento cosmologico sul principio delle polarità contrapposte e integrate, sulla unione delle polarità espresse come Shiva, principio trascendente e Shakti, energia immanente, creativa, mobile e dinamica. 
Temi trattati
Relazioni ed integrazioni. Shiva e Shakti: prototipi tantrici delle polarità contrapposte ed integrate. Yamala: la coppia della tradizione tantrica. Coppie alchemiche.
- Polarità energetiche: riceventi o emittenti, passive o negative, repulsione o attrazione dei chakra.
Interrelazione delle nadi Ida, lunare e la nadi Pingala, solare.
- Parte pratica
- Modalità di concentrazione e visualizzazione delle nadi Ida e Pingala
- Introduzione allo Swara Yoga: ciclicità dei flussi del prana
- Semplici tecniche da condividere con il proprio partner
- Strumenti di indagine per la comprensione della polarità personale dei partecipanti

Dietro la concezione antromorfizzata di Shiva e Shakti ci sono gli universali e immutabili principi delle polarità, del maschile e femminile, delle forze opposte che si attraggono e si integrano. Queste polarità si manifestano pienamente nella relazione sessuale, nella modalità universale di riproduzione biologica, di attrazione e come tali sacre e immutabili.
La attrazione e la sinergia tra due persone è basata sulla relazione di energie e forze affini o complementari, la relazione sessuale tra una coppia dovrebbe essere centrata nella consapevolezza delle compatibilità delle proprie polarità.

 

 

Conduzione del corso

Maurizio Di Massimo

 

Cosa comprende il corso

- Bibliografia essenziale di riferimento
- Link alla registrazione delle lezioni per poterle rivedere in qualsiasi momento
- Materiale iconografico e di studio

 

Contributo di partecipazione

È possibile partecipare all’intero corso o ai singoli incontri.
In presenza - numero limitato - e online (le lezioni verranno registrate per cui sarà possibile ricevere la registrazione).
Singolo incontro euro 80, comprensivo di tessera Associativa, con validità annuale.
Singolo incontro soci Arbor Mater euro 70.
Corso completo - quattro incontri - euro 290, soci Arbor Mater euro 250.

 

Info e iscrizioni 

Corso in presenza - numero limitato - e online tramite Zoom
349 533 1979 - Claudia Stefenelli
info@yogarasapesaro.it

 

Iscriviti al corso

 

 

  

Tantra

È estremamente complicato esporre una spiegazione esauriente sul significato di Tantra, ci saranno di aiuto queste definizioni generali date da alcuni studiosi e maestri.

 

È arduo definire il tantrismo. Tra i molteplici significati del termine Tantra (radice tan “estendere, continuare, moltiplicare”) uno sopra tutto ci interessa: quello di successione, svolgimento, processo continuo. Il Tantra sarebbe “ciò che estende la conoscenza” - tanyate, vistâryate jnânam anena iti tantram.
Mircea Eliade. Lo yoga. Immortalità e libertà.

  

Tantra è un termine sanscrito che come il termine yoga ha vari significati distinti e correlati al tempo stesso. In contesti più mondani significa “rete” o “trama”. Deriva dalla radice verbale tan - che significa “espandersi”. Dalla stessa radice deriva anche la parola tantu (“filo” o “spago”). Mentre la parola “filo” suggerisce un’idea di estensione, la parola “rete” suggerisce quella di espansione. Il termine Tantra può anche essere anche sinonimo di “sistema”, “rituale”, dottrina” e sunto. Secondo le spiegazioni esoteriche, Tantra è ciò che espande il jnana, termine che può significare sia “conoscenza” sia “saggezza”. 
Georg Feurstein. Il libro del Tantra

 

La lettera “TA” è il seme (suono) dell’ottusità (staticità) e il verbo radice “TRAE” suffissato da “DA” diventa TRA che significa ciò che libera, così, quella pratica spirituale che libera l’aspirante dall’ottusità o dall’animalità della forza statica ed espande il sé spirituale dell’aspirante è il Tantra sadhana. Srii Anandamurti (Prabhat Ranjan Sarkar)  Il Tantra è la scienza che permette di vedere, sentire, e conoscere l’infinito dentro e attraverso il finito. Porta l’esperienza dell’infinito attraverso il mondo limitato della forma. Quando l’infinito è stato visto in un oggetto, c’è poi solo un piccolo passo da compiere per vedere l’infinito in ogni cosa. Il Tantra è il mezzo per conoscere la vostra natura divina e quindi la natura divina in ogni cosa. È un metodo per essere assorbiti nell’infinito, essere risucchiati nell’infinito per mezzo di un vortice di oggetti e di energie materiali. Il mondo viene usato come guado verso ciò che è indescrivibile. L’universo oggettivo è utilizzato come una rampa di lancio verso l’eterno. Il Tantra ha per scopo di espandere l’esperienza della vita di ogni giorno, di godere e di vivere la vita pienamente quale mezzo verso la consapevolezza superiore. Esso ingloba tutti gli aspetti della vita, sia nel mondo materiale sia in quello trascendente. Il Tantra insegna la conoscenza e l’esperienza del macrocosmo per mezzo del microcosmo, insegna la conoscenza dell’illimitato attraverso i mezzi del limitato, la conoscenza della suprema coscienza (Paramatman) attraverso la conoscenza della coscienza individuale (Jivatman). 
Swami Satyananda Saraswati   

 

Studiosi come Zimmer Henrich, Julius Evola, Mircea Eliade e Hugh Urban hanno visto il Tantra come “la culminazione di tutto il pensiero indiano: la forma più radicale di spiritualità e il cuore arcaico dell’India aborigena”  e insieme concordano con le antiche visioni indiane dello scorrere del tempo dove le ere (yuga) si susseguono ciclicamente. Dall’età dell’oro (Satya Yuga) fino a quella attuale, Kali Yuga, una età del Ferro, dove a causa del declino spirituale, etico, il diffondersi dell’ignoranza e del materialismo, la dimenticanza dei valori del Dharma, il Tantra è considerato il percorso più adatto per gli esseri umani. 
Anche i testi canonici dovranno essere adatti al periodo attraversato come espone il trattato Kularnava Tantra:
1. Satya yuga - età dell’oro - la forma di scrittura è la rivelazione: sruti.
2. Nel Tetra yuga - età dell’argento - devono  servire le scritture memorizzate: smriti.
3. Le scritture del Dwapara - età del bronzo - sono i purana, scritture nella forma di miti.
4. Mentre l’Agama (tantra) è la più indicata per il Kali yuga.
Una caratteristica dei testi tantrici è che l’insegnamento viene esposto come un colloquio intimo tra due amanti, due polarità, due entità, Shiva e Shakti, ma con un distinguo: quando Shakti chiede e Shiva risponde sono gli Agama, quando è Sakthi a rispondere e ad insegnare sono i Nigama.

 

 

Il tantra come via operativa

La parola Tantra significa tecnica, metodo, sentiero, perciò non è filosofico. Ricordalo. Non si occupa di problemi e di indagini intellettuali. Non si occupa del perché delle cose: si occupa del “come”, non di “cosa” sia la verità, ma di come possa essere raggiunta.
Osho Rajneesh. Il libro dei segreti

 

Il Tantra è invece basato sulla pratica. Viene chiamato sadhana shastra, che indica una filosofia orientata sulla pratica. L’essenza del Tantra è l’esperienza personale attraverso la pratica. Il tantra è chiamato Bhuktimuktikaranika: il sistema di gioia-piacere (bhukti) ed illuminazione o liberazione (mukti) attraverso l’esperienza.
Swami Satyananda Saraswati

 

Le migliaia di mali che sorgono dalla nascita, possono essere spazzate via dalla pratica.
Matsyendra-Samhita (7.20)

 

 

Il corpo e la sessualità nel Tantra

Il Tantra è uno yoga esistenziale, non è solo una arte del saper vivere, ma del saperlo fare lucidamente ed intensamente nel senso che insegna a saper vivere perfettamente in armonia con la vita materiale, ma allo stesso tempo ad esserne completamente distaccati: essere nella materia, ma non esserne prigionieri. Il Tantra è la via per “non perdersi e confondersi nel mondo sensoriale, ma muoversi all’interno di esso godendo della creazione come manifestazione del divino e come splendida occasione di realizzazione spirituale, interiore”. È l’accettazione della vita materiale e l’inclusione di qualunque suo aspetto: non c’è niente che non sia o possa essere trasformato in una esperienza spirituale, nemmeno l’illusione o l’ignoranza ne sono estranee. Il Tantra è la comprensione che l’attaccamento alla materia, agli oggetti, al corpo stesso, è transitorio, mutevole, fuggevole ed estinguibile, ma nello stesso tutto è utile, indispensabile e insostituibile per la comprensione della sacralità. Il Tantra ci permetterebbe di comprendere William Blake nel “vedere un mondo in un granello di sabbia e un paradiso in un fiore selvatico, tenere l'infinito nel palmo della mano e l'eternità in un'ora".
Numerose vie spirituali e religiose hanno predicato il distacco e l’evanescenza illusoria della vita materiale, il Tantra invece suggerisce che distaccarsi dalla materia non favorisce lo sviluppo spirituale. Materia e spirito devono essere integrate e vissute intensamente. 
È l’annullamento delle polarità dicotomiche, l’integrazione tra le polarità coesistenti e comunicanti, una coincidentia oppositorum: non questo o quello, ma questo e quello, il maschile e il femminile, la luce e il buio, e anche l’accettazione della opposizione tra il lato luminoso cosciente e la parte in ombra (o oscura) della esistenza psichica. "È far cessare il conflitto tra la dualità, il contrasto, apparentemente inconciliabile tra materia e spirito, tra il peccato e la virtù”.
O come descritto da lama Govinda "Il bene e il male, il sacro e il profano, la sensualità e la spiritualità, il materiale il trascendente, samsara (ignoranza) il nirvana (illuminazione) non sono completamente opposte, essi sono due facce della stessa  realtà”.
Il Tantra ci ricorda che tra il corpo umano e il divino esiste un isomorfismo, una identità, una compenetrazione tra microcosmo e macrocosmo. Il corpo assume una valenza fondamentale per la via tantrica, essendo permeato di forze sovrannaturali è un tempio e luogo sacro di pellegrinaggio, laboratorio di trasformazione.

 

 

 

Tantra: spirito e materia

Un principio chiave del Tantra risiede nel fatto che l’universo che noi sperimentiamo sia la concreta manifestazione dell’energia divina che lo crea e lo mantiene: le pratiche tantriche cercano di contattare e incanalare quell’energia all’interno del microcosmo umano” (D. G.White). Non affermava già Talete nel suo “tutte le cose sono piene di dei”?
In questa visione Tantrica il corpo è accettato e sacralizzato per essere reso uno strumento operativo della azione spirituale e della anima. Spiritualizzare la materia e materializzare lo spirito, rendere, in termini alchemici, il Sale/corpo in Zolfo/anima e lo Zolfo in Sale. Solo tramite il corpo e la materia possiamo fare esperienza della vita e sperimentarne l’intens sacralità e spiritualità che pervade ogni aspetto della creazione e in questa modalità inclusiva, come escludere il vissuto della sessualità e del piacere? Quale immenso e tragico errore colpevolizzare la forza libidica, il corpo,  luogo e teatro di questa esperienza. 
L’approccio del Tantra verso la sessualità è centrato sulla manifestazione e l’accettazione naturale e spontanea: negare la sessualità è come negare il respiro, il sonno, il cibo, cioè la vita stessa.
La sessualità, l’erotismo, il piacere sono eccezionali modalità per comprendere le forze, le energie  che muovono non solo la materia del corpo, ma i meccanismi mentali, lo psichismo inconscio e conscio: "la realizzazione interiore si compie nella materia e nel corpo, nel qui e nell’ora, riunire ciò che è e quello che dovrebbe essere”.
Nella  tradizione tantrica si attribuisce una dedizione alla espressione cosciente e consapevole del desiderio e della energia sessuale intesa dai più come una licenza permissiva al piacere, infatti nella concezione comune il Tantra è ampiamente conosciuto come lo yoga del sesso, banalizzando il tantrismo a mere tecniche per migliorare l’atto sessuale e inseguire un maggiore piacere. Tale convincimento è così radicato che si è definito il Tantra moderno ed occidentalizzato come un neo- tantra, o pop-tantra, un California tantra (ironica definizione da parte di Lama tibetani), con un approccio da Kama sutra, ma epurato dalla parte rituale e dai processi di trasmissione da parte di un maestro. La differenza tra le forme moderne e quelle tradizionali è sintetizzata come: "il neo-Tantra ritualizza il sesso. Il vero Tantra sessualizza il rituale”.

 

Questo luogo comune non rende merito all’ampia profondità di conoscenza di cui il Tantra è composto, cioè una via yogica completa, filosofia pratica di vita e modalità  di indagine dei meccanismi sottili della realtà, non cogliendo pienamente il significato delle esperienze degli antichi maestri, della loro illuminata visione che li aveva spinti a capire che dietro e dentro la creazione si muovono forze, energie potenti ed organizzate.
Avevano cercato di spiegare queste esperienze con una modalità comprensibile alla comune mente umana, creando una mappatura della coscienza oltre l’ordinario attraverso figure (yantra e mandala) simboli, archetipi, suoni (mantra), meditazioni, tecniche, rituali, che potessero essere nello stesso tempo delle chiavi di accesso, una via strutturata, organizzata, ripetibile e percepibile: uno yoga.

 

 

Shiva e shakti

Nel sistema tantrico vi sono due realtà: queste due realtà sono chiamate chiaramente ed esclusivamente Shiva e Shakti. In ogni testo di Tantra non è stato usato nessun altro termine all’infuori di Shiva e Shakti. Shiva rappresenta la coscienza superiore, Shakti la energia potenziale. Questa Shakti è immanente in ciascuno di noi e nella materia. Non solo negli esseri umani, non solo negli animali, non solo nel regno vegetale, ma in tutti i regni visibili ed invisibili vi è dormiente una forza potenziale: questa è shakti. Shakti significa forza, potenza, ma anche capacità, effettività, possibilità. Pertanto l’esistenza è divisa in due aspetti, l’immanifesto e il manifesto, l’immutabile e il mutabile:
- Shiva, la coscienza non manifesta, senza forma, suprema coscienza
- Shakti, la forma, forza ed energia della manifestazione, madre cosmica, madre natura.
Shakti è la forza che manifesta il potenziale contenuto della coscienza (Shiva) in diversi centri all’interno dell’essere umano e dell’universo, ma le sue radici sono in Shiva.
Shakti è la forza mutabile nella immutabilità e Shiva è l’immutabilità e radice/origine della mutabilità: sono la stessa cosa.
L’esperienza della perfetta unità/identità dell’aspetto immutabile/mutabile del manifesto/immanifesto, della dissoluzione della dualità, degli apparenti opposti/separati sono lo scopo del tantra e dello yoga: Siva e Shakti sono la stessa cosa, ma questo lo comprendo con una coscienza/consapevolezza superiore.
La Shakti è tutto e in tutto quello che mi circonda, pur creando dei centri separati di manifestazione è in essenza la coscienza stessa di Shiva. Da Shiva scaturisce la creazione come un tutto e individualmente attraverso la shakti, ma Shiva rimane lo stesso e Shiva e Shakti hanno la stessa identità. Il manifesto e il non manifesto, il film e lo schermo, lo sfondo e la proiezione  sono reali.
- Sw. Satyananda Paramahansa Sarasvati

 

Vediamo in uno schema di relazione questo concetto:
materia > energia > coscienza divina
oppure 
coscienza divina > energia > materia 

Ogni manifestazione materiale è coscienza manifestata, il passaggio tra materia e coscienza (o viceversa) è energia dinamica, continua, mutevole: Shakti.
Nella materia la coscienza divina e creatrice si concretizza.

 

Shiva
- origine di tutto ciò che si muove, ma è ciò che rimane immobile
- è vestito di spazio aperto e di ogni cosa dell’universo: è digambara (vestito di solo vento), modernamente è abbigliato con una pelle di tigre
- porta con sé il tridente, le 3 forze della natura: tamas, rajas, sattva
- cavalca il toro Nandin
- è in uno stato di nirvikalpa samadhi: totale assenza di dualità e divisione, di questo e di quello
- è il re degli yogi: yogeshvara, l’esperienza suprema
- è il signore dei kaula: Kuleshana, cioè di coloro che hanno raggiunto gli alti livelli del tantra (kaulachara)
- è Rudra: il distruttore

Shakti
- è il prana
- è la kundalini
- è Kali
- è Parvati
- è Adya, la madre universale
- è Ishwari, moglie di Ishwara, il signore dell’universo
- è Avidya Rupini: la forma della ignoranza, produce ignoranza e individualità
- è Vidya Rupini: la forma della conoscenza
- è Maya: creatrice della illusione che ci rende incapaci di vedere l’unità

 

  

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