Yoga, sonno e sogno

Yoga, sonno e sogno

Yoga e insonnia - Naturopatia yoga e ayurveda per favorire il sonno  

Ritmi stressanti, tensioni mentali ed emozionali, squilibrate abitudini di vita che ritroviamo al momento dell’addormentarsi, sono causa del problema sempre più frequente dell’insonnia, di un sonno agitato o non completamente riposante. 
L’ayurveda considera il sonno uno dei fondamenti della salute insieme all’alimentazione, il respiro ed una sana sessualità e può dare utili informazioni per migliorare il sonno tramite: 
- l’analisi della specifica costituzione biotipica (prakriti);
- la considerazione degli squilibri energetici dei dosha;
- l’armonizzarsi con i bioritmi quotidiani (dinacharia) e stagionali (ritacharia);
- l’utilizzo di una ricca fitoterapia;
- valutazione di altre norme di naturopatia.
Lo yoga fornisce strumenti validi per comprendere, osservare e controllare i funzionamenti e l’origine delle tensioni più profonde della mente tramite le tecniche di rilassamento e di meditazione. L’azione sul respiro e la pratica delle posizioni (asana) completerà l’allentamento delle tensioni psicosomatiche creando così la giusta predisposizione al sonno.    

 

Il sonno e il sogno secondo lo yoga
Da una visuale yogica il sonno viene paragonato ad uno stato di pratyahara, una condizione di rilassamento profondo, dove avviene il ritiro e la sospensione parziale e momentanea dell’attività sensoriale. La mente conscia si dissocia e si ritira in modalità progressiva dagli organi motori e dagli organi sensoriali. La corteccia cerebrale - motoria e sensoriale - è definita in termini orientali rispettivamente come karmendrya (strumenti di movimento) e gyanendrya (di conoscenza). Tra gli stati noti di:
- stato di veglia - mente conscia con onde cerebrali Beta - con cicli per secondo (c.ps.) di 13/20 
- stato di rilassamento intermedio sonno /veglia con onde Alpha 8/12 c.p.s.
- stato di sonno - sogni con la mente subconscia - con onde tetha 4/7 c.p.s.
- stato di sonno profondo - mente inconscia - con onde Delta 0/4 c.p.s.
lo yoga si interessa, in particolar modo, alla condizione tra veglia e sonno elaborando una specifica tecnica definita yoga nidra.   

 

Yoga nidra
È un metodo yogico elaborato dalle conoscenze dell’antica tradizione del Tantra- yoga e adattato in forma moderna dal maestro Sw. Satyananda Saraswati . Il termine yoga nidra deriva da due parole sanscrite: yoga, che significa unione e consapevolezza unidirezionale, e nidra che vuol dire sonno. Ma è un "sonno insonne" caratterizzato da uno stato di coscienza tra il sonno e la veglia, senza la perdita della consapevolezza. Questo stato, chiamato ipnagogico (in yoga nidra definito ipnoyogico), è quel particolare stato che viviamo, quotidianamente, nei passaggi tra il risveglio  e il sonno o che si sperimenta frequentemente in alcune fasi meditative e caratterizzato dall'emissione di onde cerebrali alfa.Yoga nidra crea un profondo rilassamento ed una particolare consapevolezza interiore, si entra in una dimensione apparente di sonno, ma la consapevolezza funziona ad un livello più profondo, in modo tale che il contatto con le dimensioni subcoscienti, avviene spontaneamente e consapevolmente.Creando questa particolare condizione di ricettività psichica è possibile "inserire" delle suggestioni positive, dei propositi mirati, che verranno depositati nei livelli più profondi; questi suggerimenti o indicazioni (già predeterminati) sono definiti sankalpa.   

 

Yoga del sogno
Lo yoga del sogno rappresenta un autentico e articolato percorso yogico (nella tradizione del buddismo tibetano milam naljior). Frequentemente, nello stato di veglia l’esperienze della realtà ci “appaiono” come non sono realmente, nel senso che la mente ha una percezione errata, illusoria pari all’esperienza onirica, lo yoga del sogno ha origine da questa analoga esperienza. Il dissolvimento onirico della propria identità e il manifestarsi di altri e variegati stati di “realtà” ci pone nel dilemma filosofico di Chuangt-tzu che non sa più se è lui, uomo, ad avere sognato di essere una farfalla o il contrario. Questa illusorietà del sogno è strumento di meditazione sull’impermanenza e sul distacco dai fenomeni della vita  

"..Ciò che i sensi sperimentano esternamente come montagne, valli, paesi, ed esseri senzienti e, internamente, come la propria fisiologia, la consapevolezza sensoriale, il processo del pensiero, sono tutte apparenze di un sogno, in nessun momento esistono oggettivamente.. Medita su questo finchè, perfino quando starai sognando, tutti i fenomeni sorgeranno come sogni “.
Choyng Thobden Dorjè, maestro buddhista del xix sec. 

Ma il punto fondamentale dello yoga del sogno è la consapevolezza del sogno lucido, cioè di riuscire a mantenere uno stato di consapevolezza conscia durante la fase del sonno Rem (che indica la fase del sogno) rendendosi consapevoli che 

se emergono durante un incubo lucido, l’ansia o il panico offrono una importante opportunità di confrontarsi con ciò che sembra essere l’origine della paura e alterare l’esito del sogno mentre simultaneamente è possibile accorgersi che la paura sorge spesso in eventi illusori e proiezioni inconsce che erroneamente supponiamo essere reali”.

Inoltre se riusciamo, durante le esperienze di sonno e sogno, a mantenere la coscienza di essere testimonio consapevole, si ha la possibile sperimentazione di un quarto stato di coscienza chiamato Turya, uno stato di super-coscienza che include simultaneamente gli stati di di veglia, sonno profondo e sogno, ma che non è influenzato da nessuno di essi. Nello stato yogico di Turya, a livello neurofisiologico vi è un crescente funzionamento della corteccia cerebrale superiore, insieme ad un controllo elevato e minore risveglio dei centri limbici  del cervello emozionale.  

 

Morire ogni notte e risvegliarsi ogni mattina
Dormire è come morire. Sono perfettamente identici nel distacco dal corpo, solo che uno è occasionale e l’altro è definitivo. Il sonno fratello della morte, riferiva S. Paolo. Questa condizione ci riporta ad un'altra analogia che è quella della reincarnazione, della ciclicità continua di nascite/sonno e abbandono di un corpo/risveglio che caratterizza il percorso dell’anima. Addormentarsi e risvegliarsi.Pensiamo simbolicamente la creazione come un sogno cosmico, immenso e variegato, un grande sogno divino, ma un sogno lucido e cosciente, simile alla manifestazione dell’inconscio divino, ma con la grande differenza (dall’inconscio umano) che è un inconscio perfetto. Morire è risvegliarsi dal grande sonno della vita, dormire è svegliarsi ogni notte nel grande sogno della creazione divina. Dormire per l’uomo è mettere in contatto il suo inconscio con quello divino, è come tuffarsi in un oceano spaventosamente grande e poi tornare portando con sè qualche piccola goccia di coscienza che noi chiamiamo sogni. Dormire è come una opportunità spirituale, potersi bagnare ogni notte in questo oceano è un grande riposo non solo per il corpo ma una rigenerazione per la nostra anima. Dormire interiorizzando questo concetto è trasformare il sonno in una meditazione e, volendo, in una preghiera. Dormo e mi bagno nell’oceano divino: questa consapevolezza trasforma il dormire in un atto di devozione.

 

 

 

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