Breve introduzione alla musica classica indiana

Breve introduzione alla musica classica indiana

Tratto da "Lo sviluppo del guru-shishya-parampara nel maihar gharana"

A cura di Giulia Coschiera

I
Introduzione

La musica è presente in tutte le culture del mondo, esistono infatti culture senza linguaggio, ma nessuna senza musica.

A grandi linee la musica consiste di tre elementi: melodia, ritmo e armonia, ed è con la diversa combinazione di questi elementi che le differenti culture del mondo hanno sviluppato la loro tipologia di musica. Nell'ambito della musica indiana, troviamo due di questi elementi, ossia la melodia e il ritmo; la musica indiana è anche chiamata raga music, dove un raga può essere sommariamente definito un "pattern" melodico (1). 

Diversi sono stati i metodi utilizzati nel corso dei secoli per tramandare la conoscenza della musica in India, ma quello che è sopravvissuto fino ad ora è quello del guru-shishya-parampara ed è il sistema che ha portato alla formazione dei gharana (scuole) musicali.

I.I
La genesi del guru-shishya-parampara

Il guru-shishya-parampara è la tradizione di insegnamento intesa da maestro ad allievo, metodo attraverso il quale la trasmissione della conoscenza, da guru (maestro) a discepolo (allievo), avviene oralmente. Nella dimensione culturale, spirituale e religiosa indiana, questo è stato il sistema tradizionale di insegnamento. Attraverso i secoli, la tradizione dell'apprendimento, "sedendosi ai piedi del guru" è stata portata avanti ininterrottamente, infatti l'etimologia delle upanishad, antico testo indù, significa (u=ai, pa=piede, nishad=sedersi) proprio questo.

Guru

È un termine sanscrito che significa "colui che disperde le tenebre dell'ignoranza" (2)
The syllable gu means shadows, the syllable ru, he who disperses them. Because of the power to disperse darkness the guru is thus named.
(La sillaba gu significa ombre, la sillaba ru, colui che le disperde, il guru è così chiamato proprio per il potere di disperdere le tenebre.)

Un guru, come suggerisce la sua etimologia, è quella persona capace di assumersi la responsabilità della crescita culturale e spirituale del suo allievo, rendendolo contemporaneamente responsabile e consapevole. Per questa ragione sin da generazioni, i maestri, sono degni di un grande rispetto.
Per una migliore comprensione di questo concetto, è importante sottolineare alcune differenze tra guru e insegnante. 

Generalmente, un insegnante, segue i suoi studenti in modo da impartirgli alcune nozioni su un determinato oggetto di studio, mentre un guru, cerca di renderli consapevoli di quello che lui stesso ha sperimentato nel corso del suo sadhana (pratica di disciplina e dedizione, o apprendimento, specialmente in ambito religioso e musicale) e può indirizzarli sul loro proprio percorso.

Si può dire che mentre un insegnante ti istruisce, un guru ti costruisce. Questo tipo di conoscenza è di tipo esperenziale, la quale, è di solito opposta alla conoscenza intellettuale. Il maestro conduce e guida il percorso di crescita dell'allievo, utilizzando metodi adeguati alle singole e specifiche caratteristiche di ogni discepolo, così che la relazione che viene a crearsi, è frutto di questo rapporto speciale e personale.

Per citare il poeta spirituale Kabir del XV° secolo:
Guru Kumhar Sikh Kumbh Hai, Gadh Gadh Kadhe Khot
Antar Hath Sahar De, Bahar Bahe Chot

Guru is the Potter, disciple is the (unbaked) pot
Gives Shape and cures the flaws with care
Protecting (always) with palm from inside
While pounding the pot from outside

Come narra lo zen, un vero maestro è colui che ha raggiunto la cima della montagna, ma che vi ha anche fatto ritorno. Così come il maestro è completamente dedito alla crescita del suo allievo, così anche il discepolo, manifesta rispetto e disciplina nei suoi confronti.
Una persona può sempre trovare un insegnante, ma un guru deve trovarti e accettarti. Una cosa importante, come dicevamo, è che la relazione tra maestro e allievo è strettamente personale. Infatti è detto che la scelta del proprio maestro non è casuale, ma viene predisposta in modo molto accurato, è perfino detto che quando lo shishya è pronto, il giusto guru appare.

Ci sono anche delle differenze sottili per quanto riguarda un discepolo ed uno studente. Normalmente, uno studente in un ambiente accademico, segue un curriculum standard, dove i differenti insegnanti gli impartiscono delle lezioni, dove l'insegnamento avviene in gruppo, tutti gli studenti devono seguire una certa quantità di ore di lezione, dove il programma è strutturato rispettando le necessità sociali, più che quelle del singolo studente, anche perché è predisposto da qualcuno che non lo conosce direttamente. L'obiettivo è quello di raggiungere un certo risultato in ambito sociale, dove spesso aspirazioni e capacità individuali, possono essere compromesse.

In contrasto con il metodo di cui abbiamo parlato, il sistema guru-shishya si struttura avendo in mente le necessità individuali dello studente. Di solito il guru sembra essere molto inflessibile e severo nei confronti del discepolo, ma questo avviene perché nel momento in cui viene accettato, il guru ha già una visione complessiva delle potenzialità (anche future) dello shishya.
Per questo motivo le sue aspettative o azioni possono sembrare incomprensibili e non realistiche, nemmeno allo stesso allievo, persino il metodo utilizzato per raggiungere questo scopo può non essere piacevole, ma il guru conosce il risultato finale.

Nel guru-shishya-parampara l'insegnamento avviene a tu per tu. Il guru comprende qualità e debolezze del discepolo per poterle gestire al meglio, essendo ogni allievo diverso, questo può essere un lavoro complesso, pertanto lo stesso guru deve essere capace di canalizzare abilità e difficoltà dell'allievo. Come risultato, il guru-shishya-parampara è considerato uno dei migliori sistemi per trasmettere una conoscenza di tipo esperenziale, dove l'insegnamento viene impartito personalmente, e non può diversamente essere acquisito tramite la semplice lettura di testi.
In un ambiente accademico questo tipo di accuratezza sarebbe impossibile.
Fede completa e determinazione nel voler seguire la guida di un autentico maestro sono condizioni fondamentali perché avvenga questo tipo di trasmissione.

È importante sottolineare che l'esistenza del guru-shishya-parampara o gurukul (la dinastia del guru o famiglia) ha la sua origine nel periodo Vedico (circa 1750- 500 a.C.). In questo sistema di educazione, un discepolo, dopo la sua iniziazione (la cerimonia del filo sacro), viveva nella casa del suo guru e studiava i Veda ed altri testi sacri, sotto la sua guida, per un periodo di 12 anni. In ambito musicale, allo stesso modo, un allievo che volesse studiare seriamente viveva nel gurukul (casa) del suo maestro per molti anni: questa era una condizione fondamentale per l'educazione musicale, che veniva impartita in modo orale (anche detta guru-mukha vidya) ed anche per rafforzare la relazione basata rispettivamente sulla genuinità del maestro e sul rispetto ed impegno dell'allievo.
Generalmente, nessun contributo economico veniva accettato dal maestro.

Nella mitologia Indù, il Dio Shiva e il Dio Vishnu, vengono riconosciuti come i primi maestri.
Veda Vyasa, unica incarnazione di Vishnu, è detto essere il primo maestro umano, per questa ragione nella ricorrenza annuale del guru purnima, ( giornata dedicata a ricordo di tutti maestri), è celebrata nel giorno suo compleanno. L'intera conoscenza e struttura religiosa dell'induismo, fa riferimento al guru-shishya-parampara, che ha permesso il tramandarsi della conoscenza per generazioni.
Il gurukul fu l'antecedente del concetto di gharana per la musica classica indiana.

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(1) R. Perinu, La musica Indiana. I fondamenti teorici e le pratiche vocali e strumentali attraverso i tempi, G.Zanibon, Padova 1982, p. 48.

(2) Advaya Taraka Upanishad, with English translation, verse 16, http://hatharaja.blogspot.it/2011/05/advaya-taraka-upanishad.html

 

 

Giulia Coschiera

Nasce a Cattolica nel 1986, ha studiato chitarra acustica con il Maestro Pietro Nobile ed è stata iniziata al sitār dalla Maestra Smt. Saswatti Saha. Nel 2009 consegue il diploma in chitarra acustica fingerstyle presso il C.P.M (centro professione musica) di Milano, dove studia anche chitarra jazz con il Maestro Pietro La Pietra. Nel 2015 si diploma con il massimo dei voti presso il Conservatorio “Arrigo Pedrollo” di Vicenza, seguendo il corso di laurea triennale in Tradizioni Musicali Extraeuropee ad Indirizzo Indologico, scuola di Sitār con il Maestro Guido Schiraldi. Vincitrice di una borsa di studio nel 2012 come migliore allieva del Conservatorio di Vicenza, si esibisce in duo con il tablista Ramon Rodriguez presso la Ex Chiesa di Santa Maria dei Battuti a Belluno. 

Ha trascorso lunghi periodi a Mumbai, India dove continua tuttora gli studi di sitār con la Maestra Smt. Saswatti Saha.
Negli ultimi anni, poi, si è dedicata allo studio dello haṭha yoga presso il centro Yoga Rasa di Pesaro sotto la guida del Maestro Maurizio Di Massimo.
Ha collaborato con diverse formazioni artistiche per tournée in Italia e in Europa. 

Video1: Lunchbox - Sitar and cajon (live at Biblioteca San Giovanni)
Video 2: Raga Bhairav (Conservatorio di Vicenza)

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